PAOLO BERTELLI — “Ferrarini, o l’armonia del colore” “…Ancora una volta Ferrarini si dimostra fedele, a sé stesso e alla sua poetica espressiva. La rara capacità analitica che caratterizza le opere di veduta… riflette il nitore del pensiero e la perfezione formale del suo eloquio pittorico…Opere, dunque, all’insegna non di un’ambivalenza, ma di un continuo, ricercato equilibrio tra ragione e sentimento… Si badi negli anni Cinquanta a quella sorta di programma d’indagine che è una veduta di Milano, dove straordinari appaiono i dinamismi che compongono le figure, tratti scuri, talora spiraliformi…Sul bianco del foglio, solcato dalle linee nere, tocchi rossi, blu e gialli, puri, compongono una sinfonia non immemore di certo astrattismo e all’unisono con alcune tra le ricerche pittoriche più innovatrici del periodo…”
Tratto dal catalogo “Renzo Ferrarini Omaggio ad un Maestro del Novecento. Opere 1941-2001″a cura di Paolo Bertelli, Mostra in Palazzo Ducale di Mantova, Appartamento Vedovile di Isabella d’Este in Corte Vecchia — Aprile 2005
PAOLA CORTESE —”Le pagine verdi” “…E’ aria di libertà quella che si respira negli acquerelli `paesaggisti’ di Renzo Ferrarini. Lontano dalle linee delle vedute urbane, pur morbide grazie alla tecnica, nella natura si rivela il guizzo, la fantasia, la libertà dell’artista… Propone una natura per lo più gioiosa, fiorita e vibrante… Lontano tanto dal titanismo dello sturm und drang come dalla sfida suprema a una natura selvaggia e grandiosa propria di Turner, il paesaggismo di Ferrarini è quieto e sincero, autentica proposizione, riveduta e corretta, di un virgiliano locus amenus…La pittura paesaggistica è un capitolo della sua produzione che acquista un’autonomia iconografica tanto nelle sue forme realistiche quanto in quelle idealizzate di ispirazione classica…”
Tratto dal catalogo Renzo Ferrarini “Giardini segreti”, mostra presso Libreria Galleria Einaudi — Mantova maggio 2012
WERTHER GORNI —”Ferrarini approda a Venezia” “…Famiglia, studenti, amici. Tutti riuniti attorno alla figura e all’opera di un maestro mantovano: Renzo Ferrarini. Indimenticabile artista che ha lasciato in eredità acquerelli dall’intensa poesia. Quel fascino discreto dei paesaggi che alcuni studenti dell’Istituto d’arte di Mantova hanno saputo cogliere e poi condensare in documenti filmati. Non solo scorci della città virgiliana, ma anche soffusi aspetti della città lagunare…
” Su “La Nuova Cronaca di Mantova- 31 marzo 2017 in occasione della mostra”Segreti incanti d’acqua”- Venezia — Centro d’Arte San Vidal — aprile 2017
GIANNINO GIOVANNONI —”La sacralità della luce” “…Ferrami si colloca, in modo autorevole, all’interno di una scuola mantovana che annovera fra i suoi esponenti più noti Minuti e Falzoni, con caratteri specifici quali l’aderenza alla realtà della visione attenuata anche attraverso un’attento studio della prospettiva… Di fronte alle opere di Ferrarini si avverte la sensazione di una religiosità che non è fondata facendo ricorso ai simboli dell’immaginario dell’arte sacra, ma che deriva dal miracolo della realtà e dalla capacità dí trasformazione della luce, le cui variazioni sono colte nei sia pur minimi particolari..,
Tratto dal catalogo Renzo Ferrarini “Opere”a cura di B&B Arte — 1997
BENVENUTO GUERRA —”La celata essenza del paesaggio” “…Nel mobile teatro della luce Ferrarini fissa le presenze del paesaggio concreto, mentre nei rivolti e nei nidi d’ombra del paesaggio dell’anima evoca i ‘fantasmi’ della memoria e della nostalgia…Il foglio diviene…illuminante conciliazione fra…’esprit de finesse’ ed ‘esprit de geometrie, anima ed esattezza…”
Tratto dalla presentazione della mostra “Renzo Ferrarini. Acquerelli” — 1989
ANTONIO PAOLUCCI — Presentazione dell’Antologica “…Ferrarini è Mantova e lo è in modo così diretto e con così intensa adesione dell’intelletto e dei ‘sensi’ che io, che ho avuto il privilegio di vivere e abitare la città in un periodo indimenticabile della mia vita e della mia carriera, provo una specie di tuffo al cuore quando guardo gli acquerelli che oggi la Soprintendenza ospita in Corte Vecchia, cuore segreto della spiritualità mantovana… L’emozione è per sempre e per sempre è la sua rappresentazione. Renzo Ferrarini lo ha sempre saputo. Da ciò il carattere di squisita provvisorietà, di palpitante emozione che hanno le sue immagini di Mantova… E’ stato felice nella sua vita operosa, ed oggi in Corte Vecchia, con la mostra che Mantova ha organizzato per lui, ci ha reso felici…”
Tratto dal catalogo “Renzo Ferrarmi — Omaggio ad un Maestro del Novecento. Opere 1941-2001″o cura di Paolo Bertelli, Mostra in Palazzo Ducale di Mantova, Appartamento Vedovile di Isabella d’Este in Corte Vecchia —Aprile 2005
GIORGIO PILLA —”Equoree affinità” “…Il suo tempo è fuori dal tempo… LaVenezia di Ferrarini non risulta essere la mera trasposizione dí un veduto ma, meglio, l’interiorità di quel veduto, la somma delle emozioni che il paesaggio esala, il segreto palpito di una ‘Creatura’ addensata di sentimenti e di emozioni rapprese… L’Artista sa cogliere un’altra parvenza della Città , che si materializza particolarmente nei misteriosi notturni che il Pittore stende sulla carta, in cui le piccole luci sembrano giocare a rimpiattino con la distesa del buio circostante, soli testimoni di una vita che scorre quasi intimamente e che all’alba si spegneranno per far posto alla luce solare… Ed è in questo suo testimoniare la continuità dell’esistenza dell’Uomo e delle sue opere che l’Autore si colloca tra Coloro che nell’Arte trovano una dimensione reale capace di dare sostanza alle rime di un poema…”
Tratto dalla presentazione della mostra”Segreti incanti d’acqua”- Venezia — Centro d’Arte San Vidal — aprile 2017
GIORGIO SEGATO — “Gli umori del reale” “…Renzo Ferrarmi, da eccezionale autodidatta, ha compiuto la scelta radicale ed esclusiva per la tecnica dell’acquerello negli anni Quaranta, e solo con poche eccezion ha raccontato ad acquerello il mondo e il suo rapporto emozionale, affettivo, e sempre meravigliata scoperta degli umori della realtà, gli umori della terra e dell’ari e quelli di Mantova… della quale ha colto e descritto l’identità profonda… con un. capacità e originalità di variazioni pittoriche che ne fanno uno dei più amati e apprezzati acquerellisti del secolo scorso sia tra i collezionisti privati che tra i conservatori museali.. E’ certo che resta un punto di riferimento sicuro per quanti decidono di intraprendere: il non facile viaggio attraverso i meravigliosi effetti dei colori diluiti, delle carte di vario spessore… La sequenza di acquerelli di interni con ricche nature morte a me sembrane capolavori di fraseggi luminosi altamente felici, curatissimi nei rapporti cromatici costruttivi, nella distribuzione ritmica delle forme in funzione dello scivolare e frangersi della luce…mai ferma, quasi alla Pierre Bonnard anche nei valori chiaristi…’
Tratto dal catalogo Renzo Ferrarini “Suggestioni d’interni”, mostra presso Galleria Arianna Sartori Mantova — settembre 2008
GIAN MARIA ERBESATO —”Un giallo di mimosa” “…In quella poca sostanza grafica e cromatica che è lo spazio di un acquerello, Ferrarini mostra a un tempo l’emozione di un istante e la profondità di una scienza che è costata tutta la vita…”
Tratto dal catalogo della mostra Renzo Ferrarini “Opere”a cura di B&B Arte — 1997
BRUNETTA FERRARINI —”La città ritrovata” “…Come può una goccia d’acqua pura frammista a pagliuzze di colore svaporare sulla carta e trasmetterci emozioni così intense? E’ la mano ferma dell’artista che la guida la plasma la reinventa, in un dono che si ripete… Queste visioni trasparenti di luce e materia, impastate di tonalità vissute `sono’ la città, il luogo dell’incontro o del silenzio, dell’attenzione o dell’abbandono. Sta a noi farle brillare nel nostro cuore. Per sempre.”
Tratto dal catalogo Renzo Ferrarini “Opere”a cura di MB Arte — 1997
“Ricordi dentro casa” …”La mia casa era davvero un laboratorio di idee, tra disegno, Colore e una rigorosa visione estetica che si dilatava alla conoscenza mai paga di tutto ciò che il mondo dell’arte, dell’architettura e del design sapeva offrire in quegli anni…”
Tratto dal catalogo “Renzo Ferrarini – Omaggio ad un Maestro del Novecento. Opere 194 I -2001″a cura di Paolo Bertelli. Mostra in Palazzo Ducale di Mantova, Appartamento Vedovile di Isabella d’Este in Corte Vecchia – Aprile 2005
“Sul disegno, ed oltre” “… II profumo delle matite, la granulosità delle carte, la mano elegante che tratteggiava con sicurezza e dal foglio estraeva il disegno…Il primo gradino di un’opera che da solo racchiudeva il germoglio di una visione interiore: è uno dei ricordi più vivi di quella dimensione familiare che si estendeva ad uno studio-laboratorio…”
Presentazione della mostra “Les Petites Feuilles. Disegni, acquerelli e tecniche miste”— Mantova Ass. culturale Ca’ Gioiosa, dicembre 2004